da inezie essenziali a essenzialmente inezie

Cari amici, eccomi qui. Se siete arrivati qui è perché siete passati sul mio blog storico e ve ne ringrazio. L'ho lasciato lì, dopo dieci anni di vita, dal 2007 al 2017. Era andato rarefacendosi e inaridendosi, un lento morire che mi dava anche disagio.

Quando, in cerca non so di cosa, rileggevo un vecchio post toccavo dolorosamente con mano quanto io fossi cambiata e quanto l'identità di quella marina si fosse sfarinata. E non conta se quella marina valesse poco o tanto. Ero io e non lo sono più.

Perciò ho fatto una capriola grammaticale e ho dato inizio al blog del mio presente, della marina che sono oggi.



Da "inezie essenziali" a "essenzialmente inezie" il significato slitta e non di poco.

Quando scrivevo "inezie essenziali" ritenevo, evidentemente, che nelle inezie che via via venivo scrivendo ci fosse qualcosa di essenziale che chiedeva di essere scritto e forse meritava di essere letto. Essenziale per me e, perché no, per qualcun altro nella blogosfera; qualcuno che si scoprisse in sintonia con il mio modo di sentire e, almeno in parte, vi si riconoscesse.

Ma trasformando quell'aggettivo "essenziali" in un avverbio "essenzialmente" il significato cambia e non superficialmente.

Infatti "essenzialmente inezie" dice che quello che scrivo è fatto alla radice di inezie, che smettono di essere essenziali.


Se sono rimasta comunque nell'ambito lessicale della essenzialità e della inezia una ragione, un significato c'è. Per ora è confuso anche per me, ma penso che pian piano verrà fuori.


Comunque, perché scriverle queste piccolezze, questi nonnulla, queste minuzie? Quanto narcisismo mi porta a scriverle?

In tutti noi che affidiamo a un blog i nostri pensieri, ricordi, versi o versetti, racconti, riflessioni, un po' di narcisismo è sempre presente. Almeno credo.

Ma, dato per scontato il mio tasso di narcisismo, per non farmi torto, tra le ragioni del mio scrivere aggiungo la mia solitudine e il mio bisogno di comunicare i miei nonnulla di oggi.

A presto, marina


domenica 18 marzo 2018

alfa, beta, gamma...


In "Operazione Shylock" Philip Roth scrive: Tutto quello che ho per difendermi è l'alfabeto.

Lo capisco, l'ho capito subito.
Quanto a me, tra una forma e l'alfabeto, io scelgo l'alfabeto.

6 commenti:

  1. Cara Marina, ti ho sempre seguita e apprezzata nel tuo vecchio blog, anche se nella maggior parte dei casi, in incognito e continuerò a farlo in questo tuo nuovo blog; che siano inezie essenziali o essenzialmente inezie cambia poco perché l'alfabeto che usi è sempre quello, pur se per il resto possa essere cambiata. Un saluto cordiale.

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  2. Potrei sapere perché è stato cancellato il mio commento? Grazie

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  3. Ciao, Guisito, io non ho cancellato nessun commento! Inoltre il tuo è il primo e lo avrei festeggiato. L'ho cercato tra lo spam ma non c'è. Non so se qualcosa non funzioni in questo blog. Forse puoi farmi un favore: mi mandi anche solo un ok per vedere se mi arriva? Scusami e grazie di essere passato a trovarmi, marina

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  4. Guisito, l'ho trovato! Stava nella cartella archivio, il che è stranissimo, perché io in Mail quella cartella non l'ho mai usata. Mi dispiace tanto, marina

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  5. L'alfabeto e la capacità di utilizzarlo possono essere un'arma potente. Da quello che mi sembra di capire però l'alfabeto, le parole nello specifico, sarebbero una cosa superata se le si valuta da un punto di vista dell'evoluzione umana. Sembra che in un futuro molto prossimo l'essere umano comunicherà solamente a livello di pensiero. Sembra che una popolazione di aborigeni australiani usi già la telepatia da anni per comunicare.

    Un saluto

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  6. Ti ringrazio per avermi accettato tra i tuoi "followers" e ti rinnovo saluto e cordialità.

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